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Immaginare un paese.
Posarlo sulla terra, stretto fra le montagne e il mare.
Modellare i suoni della sua lingua, inventare usi e costumi.
E poi raccontare storie, leggende, personaggi, memorie dei suoi abitanti
attraverso la musica che ne accompagna la vita.
Questa è Zenìa: un paese dove ogni giorno si tende un filo di speranza per disorientare la malasorte offrendo cibo e riparo a chi arriva, dove uomini e donne condividono la paura, il coraggio e l’amore per la bellezza.
Sulla scena, come nella taverna del borgo, i canti “tradizionali” di Zenìa sono eseguiti nella loro lingua originale (immaginaria!), accompagnati a brevi narrazioni che aprono spiragli sulla vita di questo luogo assente dalle mappe, ma vicino al cuore.
A emergere gradualmente è un’idea di comunità, sospesa tra favola e metafora, che
si traduce in una musica dal suono familiare, “impregnata di terra in cui scorrono tanti fertili rivoli folklorici” (Ciro de Rosa, Blogfoolk), eppure refrattaria a ogni definizione di genere.
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Da un'idea di Nora Tigges e Massimiliano Felice
Nora Tigges – canto, testi
Massimiliano Felice – organetto e chitarra
Davide Roberto – percussioni e canto
Massimiliano Bultrini – chitarra
Caterina Palazzi – contrabbasso
Federica Migliotti – supervisione teatrale e drammaturgica
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«Ogni vero viaggio, anche se immaginario, porta a conoscere l’ignoto, ma anche e soprattutto a scoprire qualcosa di noi stessi. Quanto a noi, abbiamo riscoperto il nostro bisogno di immaginare una comunità degna di essere sognata, e ci auguriamo che sia un bisogno condiviso».
Suoni e storie di un paese immaginario
8 marzo 2022
Auditorium Parco della Musica - Roma